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Dislessia e problemi psicologici: la verità sul mondo dei dislessici

Nov 29, 2021

Ancora ad oggi, ci sono molte persone nel mondo della dislessia, inclusi i professionisti che lavorano in questo campo, che credono che le difficoltà dei dislessici non possano essere risolte...alcuni, addirittura, sono convinti che si tratti di una vera e propria malattia…

Il punto di partenza è che si, la dislessia è una situazione delicata, ma deve essere guardata da un'altra prospettiva, per essere compresa nel miglior modo possibile.

Il motivo per cui ti dico questo è perché anch’io sono dislessica e capisco nel profondo cosa significhi avere la dislessia, perchè ho affrontato queste difficoltà per anni.

Bene… per mostrarti cosa intendo, ti porto a fare un viaggio nel mondo della dislessia. In particolare parleremo:

  • Dell'evoluzione della dislessia nel tempo;
  • Come viene vista la dislessia nel mondo;
  • Perché sorgono le difficoltà emotive e psicologiche;
  • Qual’è il tuo ruolo, da genitore, con un figlio dislessico;
  • Cosa dovresti fare ora per tuo figlio.

Se anche tu, sei un genitore che si preoccupa davvero della salute e del benessere di suo figlio, leggi fino alla fine.

 

L'evoluzione della dislessia nel tempo

Nel 1887, il termine ''dislessia'' fu coniato in Germania da Rudolf Berlin, un oftalmologo di Stoccarda. Rudolf Berlin ha usato per la prima volta la parola per la diagnosi di un disturbo di un giovane ragazzo con grandi difficoltà nell'imparare a leggere e scrivere; tuttavia, si accorse che le sue altre capacità intellettuali erano nella norma in tutti gli aspetti.

Nel 1896 fu la volta di W. Pringle Morgan, medico britannico a Stanford, in Inghilterra, che descrisse la dislessia come un disturbo specifico dell'apprendimento nella lettura (British Medical Journal, intitolato ''Congenital Word Blindness''). 

L'articolo descrive il caso di un ragazzo di 14 anni che non aveva mai imparato a leggere, ma che mostrava comunque un'intelligenza assolutamente normale, e che svolgeva tutte le attività al pari di un adolescente della sua età.

Tra il 1890 e l’inizio del 1900, James Hinshelwood, un oftalmologo scozzese, pubblicò una serie di articoli scientifici con la descrizione di casi simili.

Nel 1925 Samuel T. Orton, un neurologo che si occupava di vittime di traumi, è ricordato come uno dei primi ricercatori della dislessia: i suoi studi sono partiti dalla storia di un ragazzo che non sapeva leggere, ma che aveva sintomi simili a quelli delle vittime di traumi. 

Il medico, attraverso lo studio delle difficoltà nella lettura, ha scoperto una sindrome che causava le difficoltà di apprendimento, ma non era correlata ad un trauma neurologico.

Questa sindrome è stata chiamata strefosimbolia (che significa "simboli scambiati").

Orton credeva che una tale condizione fosse causata dalla mancata lateralizzazione del cervello.

L'ipotesi relativa alla specializzazione degli emisferi cerebrali di Orton è stata oggetto di nuovi studi dopo la sua morte, tra il 1980 e il 1990. 

Questi stessi studi hanno stabilito che il lato sinistro del planum temporale (la regione del cervello associata all'elaborazione del linguaggio) nel cervello delle persone non dislessiche,  è fisicamente più grande rispetto al lato destro della regione.

Nelle persone dislessiche, invece, questa regione è proporzionalmente o leggermente più grande sul lato destro del cervello.

Ancora ad oggi la ricerca, si occupa di studiare a fondo la correlazione neurologica e genetica alle difficoltà di lettura e scrittura legate alla dislessia.

 

Come viene vista la dislessia nel mondo

Come sappiamo bene, quando parliamo delle difficoltà legate alle dislessia, ci riferiamo a tutte quelle problematiche comuni ai dislessici, che si manifestano nella:

  • Velocità di lettura;
  • Comprensione del testo;
  • Memorizzazione;
  • Organizzazione. 

Nello specifico, i sintomi sono una lettura lenta, lo scambio di lettere e di parole (soprattutto con suoni simili), un discorso alterato, errori costanti nell’ortografia, difficoltà a volte nell’identificare la destra e la sinistra, la difficoltà a studiare e a memorizzare nomi e fatti e un coinvolgimento faticoso nelle attività che richiedono la lettura.

Oggi, la stragrande maggioranza dei professionisti, in Italia e nel mondo, pensano che la dislessia sia una condizione immodificabile dell'individuo, e che quindi, anche le sue difficoltà, possano essere soltanto "smussate" ed “alleggerite" ma non risolte.

 Alcuni purtroppo, ancora oggi, pensano che la dislessia sia una malattia e la affrontano come tale. 

Guardando alla dislessia in questo modo, molti genitori si sentono impotenti, frustrati, e non riescono a vedere una via d’uscita per loro figlio..

Noi di DysWay, invece, crediamo fermamente e combattiamo ogni singolo giorno per far capire che le difficoltà della dislessia possono non solo essere compensate... ma possono essere risolte definitivamente.

Cosa devi fare adesso?

È arrivato il momento di prendertene cura!

I dislessici infatti, possono assolutamente diventare in grado di leggere, studiare in maniera autonoma,  di andare a scuola e sentirsi felici come tutti gli altri.

Con un metodo adatto studiato e vestito su misura per la mente di un dislessico, tuo figlio diventa consapevole di alcuni suoi “limiti” imparando a gestirli, ma soprattutto degli enormi vantaggi che la dislessia comporta.

Attraverso un metodo di lettura specifico, grazie a tecniche che rendono semplice al bambino collegare la parola letta al suo significato, attraverso la gestione di emozioni e pensieri, tuo figlio impara ad individuare concetti e parole chiave, a prendere appunti, a sviluppare le sue capacità comunicative e gestire tutta la sua energia…

Fino ad arrivare a sfruttare tutte le sue enormi potenzialità!

 

Perché sorgono le difficoltà emotive e psicologiche? 

Le difficoltà psicologiche ed emotive legate alla dislessia possono sorgere durante l’età adolescenziale, quando i cambiamenti trasformano il bambino in ragazzino…e inizia a formarsi dentro di lui lo spirito critico.

Durante l’adolescenza, quando tutti gli altri ragazzi fanno passi in avanti, il ragazzo dislessico si sente spesso indietro, in difficoltà, poco compreso, nonostante tutti i suoi sforzi.

Perché si impegna, a volte anche il doppio dei suoi coetanei, senza riuscire però ad imparare, rimanendo sempre indietro, mai al loro pari.. 

E così, per molti ragazzini, questa situazione comporta una gran frustrazione e paranoia: c’è chi inizia pian piano ad isolarsi; chi, con gran fatica, soffre rimanendo nel gruppo, e chi, rari casi, riesce ad andare avanti... 

Infatti, il metodo di insegnamento applicato dalla scuola, rende difficile l'apprendimento, poiché il suo scopo è offrire un insegnamento standardizzato per tutti.

Se il dislessico avesse a disposizione un metodo adatto anche a lui fin dalla prima elementare, potrebbe leggere, capire e studiare come tutti gli altri.

Oltre ad avere sempre la sua grande immaginazione, la creatività, la visualizzazione e la particolare capacità di risoluzione dei problemi, caratteristiche dei dislessici.

La scuola, oggi, dispone di strumenti compensativi che possono essere utili..

Ma cosa succederà quando non potrà utilizzarli? 

E cosa accadrà a tuo figlio quando dovrà affrontare il mondo del lavoro?

È essenziale risolvere le difficoltà della dislessia il prima possibile.

 

Qual è il tuo ruolo, da genitore, con un figlio dislessico?

Ora che sei consapevole che le difficoltà della dislessia possono essere risolte, è arrivato il momento di essere una guida per tuo figlio. 

Questo non significa che come genitore devi fare i vari compiti al posto suo.. significa dare a tuo figlio la possibilità di apprendere il giusto metodo e le giuste strategie per essere autonomo. 

Perché l'autonomia è il dono più grande che un genitore possa fare a suo figlio

A chi non piace essere indipendente?

Questo richiede un atteggiamento positivo e la tua completa fiducia.

Come genitore, non puoi passare tutta la vita a impedire a tuo figlio di sperimentare i pericoli di questo viaggio meraviglioso, chiamato vita, e a risolvere i problemi per lui.

È più fruttuoso, sano e produttivo far capire a tuo figlio che:

  • Che hai sempre creduto in lui e nel suo potenziale;
  • Che lo ami, indipendentemente dal suo rendimento scolastico;
  • Che c’è un grande vantaggio nell'affrontare in modo indipendente ciò che lo riguarda, dal riordinare la stanza al fare i compiti;
  • Che ha tutte le risorse e le capacità di cui ha bisogno per realizzare qualsiasi cosa;
  • Che è importante avere fiducia in se stessi e credere nelle proprie capacità, che tra l'altro sono straordinarie.

 

Cosa dovresti fare ora per tuo figlio?

Devi evitare tutto ciò che va a compensare le difficoltà, ed orientarti invece verso la vera soluzione.

Quando si tratta di dislessia, compensare non è la soluzione. Serve un metodo che sia adatto e soddisfi alla radice le esigenze del dislessico.

I dislessici possono superare le difficoltà in pochi mesi seguendo un metodo di apprendimento a loro dedicato.

E perché sono così sicura di ciò che dico? Perché sono dislessica e ho sperimentato in prima persona, sulla mia pelle, cosa significa vivere una vita con la dislessia.

Ho conosciuto molti dislessici che credevano di non saper leggere correttamente e di non poter studiare da soli. Hanno portato il peso della dislessia nelle loro vite con gravi conseguenze.

Durante questo lungo viaggio ho scoperto che la dislessia non è una malattia, né una disabilità... e neanche un problema.

Una volta che diventi pienamente consapevole del tuo potenziale e di come sfruttare tutte le tue capacità, soprattutto quelle che ti rendono unico, hai il potere di eliminare le difficoltà di lettura e comprensione che la dislessia porta dietro.

È possibile avere un futuro ricco di soddisfazioni: noi dislessici possiamo avere le stesse opportunità degli altri e forse più. 

Allora perché non provare a risolvere queste difficoltà una volta per tutte?

Il Metodo DysWay è il metodo di lettura e studio per dislessici ideato da una dislessica. 

Con DysWay il tuo figlio impara a leggere e studiare in autonomia, a concentrarsi anche in situazioni di stress. Impara a sfruttare correttamente la memoria, per ricordare ciò che ha letto, organizzando con facilità i concetti.

Se vuoi davvero aiutare tuo figlio a risolvere le difficoltà di lettura, comprensione e studio legate alla dislessia...

Dai un'occhiata qui, al corso gratuito "Consapevolezza della dislessia" per comprendere appieno quali dinamiche causano queste difficoltà e cosa può essere fatto per risolverle.

Un grande abbraccio,

Cecilia Cruz