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Ho un figlio dislessico: la legge 170 mi dà diritto a permessi lavorativi?

Jun 27, 2018

La prima reazione di molti genitori quando vengono a sapere della dislessia del figlio (o di un altro DSA) è quella di essere assaliti dai sensi di colpa, perché non riescono a stargli vicino come vorrebbero nello studio a casa.

Capisco molto bene questa preoccupazione, dovuta anche al fatto che il sistema scolastico non sempre riesce a supportare i ragazzi e le famiglie in modo efficace.

Grazie alla legge n.170 del 2010, come genitore, puoi usufruire di alcuni diritti. In particolare l’articolo 6 prevede che i genitori degli studenti con DSA (fino alla III media compresa) possano usufruire di orari di lavoro flessibili, se sono impegnati a casa nell’assistenza alle attività scolastiche del figlio.

Purtroppo oggi l’applicazione di questo articolo della legge dipende dalle indicazioni contenute nei contratti collettivi nazionali di lavoro dei comparti interessati.

Questo significa che se il tipo di Contratto Collettivo Nazionale non lo prevede, non riuscirai a ottenere queste agevolazioni per aiutare tuo figlio nei compiti.

In particolar modo oggi la norma si applica molto più facilmente ai contratti dei dipendenti pubblici, piuttosto che alle altre tipologie di lavoro.

Inoltre la legge prevede altri articoli che riguardano il PDP a scuola, leggi tutti i dettagli nell'articolo al link.

Allora cosa posso fare per mio figlio?

Sicuramente il supporto extrascolastico che puoi dare a tuo figlio nello studio è molto importante, ma il punto non è solamente questo.

Infatti devi renderti conto che non potrai essere sempre accanto a lui a scuola, con gli amici o sul posto di lavoro.

Il tuo obiettivo principale, come genitore, è quello di renderlo il più possibile autonomo nello studio e nella vita e di renderlo felice e sereno.

TU: Cecilia, come faccio a fare tutto questo se non ho tempo di stare con lui e di controllare quello che fa?

Hai colpito nel segno! Il “controllo” è il peggiore strumento che si possa utilizzare se vuoi aiutare davvero tuo figlio.

Sai quante tensioni familiari sono provocate dal controllo che, a fin di bene, viene esercitato sui ragazzi?

Infatti la volontà di analizzare e supervisionare tutto per evitare qualsiasi tipo di errore induce tuo figlio a pensare che sbagliare sia vergognoso e che senza una persona accanto e senza gli strumenti compensativi o dispensativi non sia in grado di fare niente.

Te lo dico per esperienza diretta. Anche a me, da dislessica, è capitato moltissime volte di non sentirmi all’altezza della situazione e di bloccarmi per paura di sbagliare.

Eppure la mia fame di sapere mi ha portato prima ad essere totalmente autonoma e poi a distinguermi dagli altri e aiutare le persone dislessiche come me a prendere definitivamente consapevolezza delle proprie potenzialità e trovare il metodo giusto per farle fruttare al meglio.

Se non riesci ad aiutare tuo figlio nei compiti non devi sentirti in colpa: semplicemente non è questo il tuo ruolo.

Piuttosto aiutalo a capire il proprio valore e le proprie peculiarità, anche se il mondo li chiama “problemi”. L’amore incondizionato nei confronti di tuoi figlio e il credere sempre in lui o lei è di fondamentale importanza per la sua autostima. Crescerà forte e sicuro di sé avendo accanto un genitore che lo supporta, non tanto nei compiti, ma nel credere che lui è speciale: il vero segreto è la qualità del rapporto tra genitori e figli!

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