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Dislessia e autismo: scopriamo la differenza

Jun 27, 2018

Ci sono dei punti in comune tra i bambini e i ragazzi che ricevono diagnosi di autismo e quelli dislessici. È tuttavia necessario specificare che si tratta di due cose completamente diverse, che hanno sintomi diversi e si manifestano nel bambino con comportamenti diversi.

Perché allora a volte le persone pensano che la dislessia sia associata all’autismo?

Te lo spiego all’interno di questo articolo:

I punti di contatto

Sia la dislessia (che fa parte dei DSA - Disturbi Specifici dell’Apprendimento) sia l’autismo hanno dei punti in comune che possono confondere chi non è esperto di questo argomento.

  • Cause Neurobiologiche

Alcune ricerche scientifiche ipotizzano che l’autismo sia correlato a una biodiversità neuronale, anche se la comunità scientifica non è unanime su questa materia, poiché indaga anche alcune cause ambientali e altre ancora di diversa natura.

Oggi l’ipotesi più accreditata sulle cause di dislessia ed altri DSA (disortografia, disgrafia e discalculia) è quella che prevede un diverso funzionamento degli emisferi cerebrali (destro e sinistro) rispetto a chi non ha dislessia.

  • Comportamenti

Nell’autismo, il bambino manifesta chiusura, avversione per l’interazione sociale con altri bambini ed adulti e grandi difficoltà nella comunicazione.

Alcuni di questi comportamenti si possono ritrovare anche in un bambino con DSA, anche se le cause sono molto diverse.

Le (sostanziali) differenze

Tutta la comunità scientifica è unanime nell’individuare una netta differenza tra autismo e dislessia. Ti elenco nel dettaglio quelle sostanziali.

  • Sintomi

I sintomi della dislessia sono molto differenti da quelli dell’autismo, sia per quanto riguarda la tipologia, sia per quanto riguarda il momento in cui si manifestano.

L’autismo si manifesta sin dai primi anni di vita (dai 3 anni circa) attraverso:

  • Deficit comunicativo e isolamento;
  • Assenza di comunicazione paraverbale (sguardo, mimica, gesti);
  • Stereotipie (comportamenti e movimenti sempre uguali e ripetitivi)
  • Ecolalie (ripetizione delle parole sentite da altri);
  • Deficit del contatto di sguardo;
  • Difficoltà ad apprendere le regole più o meno esplicite dell’interazione sociale;
  • Assenza di risposta nel sentire il proprio nome;
  • Difficoltà a decifrare e interpretare cosa gli altri pensano o sentono.

Questi sintomi sono del tutto (o quasi) assenti nei bambini dislessici, che invece manifestano le prime difficoltà in concomitanza con l’inizio della scuola primaria:

  • Difficoltà nel riconoscimento delle lettere o dei numeri;
  • Difficoltà nel riconoscimento dei gruppi sillabici;
  • Difficoltà nella lettura;
  • Difficoltà nell’organizzazione della scrittura all’interno della pagina...

Quelli che ho messo in elenco sono solo alcuni dei sintomi che si possono manifestare.

  • Sviluppo cognitivo

In alcuni casi i bambini, ragazzi o adulti autistici presentano un ritardo mentale e cognitivo. In particolare nel 75% dei casi il quoziente intellettivo (QI) è inferiore a 75.

È invece impossibile riconoscere la dislessia in bambini con QI inferiore a 80 (e quindi assolutamente integri a livello mentale e cognitivo).

  • Il rapporto con gli altri

Nel paragrafo precedente ti ho detto che autismo e dislessia (o altri DSA) hanno dei punti in comune per quanto riguarda la chiusura e l’isolamento nei rapporti con i coetanei.

Purtroppo nell’autismo questo aspetto si manifesta fin dalla prima infanzia, mentre per i bambini e i ragazzi dislessici queste “manifestazioni” appaiono improvvisamente nei primi anni della scuola elementare. Dal mio punto di vista di dislessica e perciò per tutto ciò che ho vissuto in prima persona a Scuola, il perché è molto semplice: riguarda le devastanti conseguenze psicologiche di un sistema scolastico inadatto alle modalità di apprendimento di noi dislessici e dei pregiudizi e retaggi culturali del passato sulla dislessia.

Purtroppo ancora oggi molti insegnanti e professori vedono noi dislessici e la dislessia come qualcosa che si ha fin dalla nascita e che ci rende meno capaci rispetto agli altri che non hanno questa particolarità...

Tantoché molti dei genitori che vengono da me per risolvere definitivamente le difficoltà dei loro figli, riportano che si sentono dire spesso frasi come: “Suo figlio non potrà mai raggiungere i risultati degli altri, appena avrà finito le medie le conviene farlo lavorare fin da subito”.

Questo mi lascia un pò sconcertata francamente… anche se comprendo che queste affermazioni siano il risultato di ignoranza e mala informazione.

Gli insegnanti vedono spesso solo i sintomi a Scuola di questi ragazzi, e ad eccezion fatta per alcuni che riescono ad andare oltre e a comprendere che c’è molto di più di queste difficoltà, tutti gli altri non avendo ricevuto alcuna formazione o informazione su come funzioni il cervello di un dislessico, applicano ed insegnano lo stesso metodo di studio a tutti i ragazzi, senza comprendere che non è quello adatto per i dislessici…

Nella realtà strumenti come il PDP a scuola (il piano didattico personalizzato) non vengono sfruttati al massimo delle loro potenzialità e la "personalizzazione" è solo parziale.

Utilizzando una metafora comprensibile a tutti è come voler installare un programma per Windows su un Apple.

Non funzionerà mai anche se provi e riprovi!!

In tanti anni di studio da autodidatta ho scoperto sulla mia pelle che è necessario un metodo di apprendimento diverso rispetto a quello che viene insegnato a Scuola.

Leggi e Ripeti non funziona per noi dislessici, che invece prediligiamo un apprendimento attivo e visivo come quello che insegno con il mio metodo.

Quindi ritornando alle differenze fra autistici e dislessici, se stavi leggendo per pura curiosità... beh spero di esserti stata utile! Nel caso tu stessi leggendo perché hai un figlio dislessico o sei dislessico tu stesso, ti assicuro che con un metodo di studio adatto a te o tuo figlio otterrai ottimi risultati a Scuola e nella vita.

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