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Conosci il motivo perché "viene" la Dislessia?

Oct 31, 2017

Se chiedi a logopedisti, psicologi, neuropsichiatri di esprimersi riguardo al perché "viene" la dislessia, ognuno di questi professionisti ti darà la propria versione dei fatti. Inizialmente i ricercatori pensarono che i dislessici avessero qualche lesione cerebrale o nervosa, che interferiva con i processi mentali necessari alla lettura, ipotesi successivamente del tutto screditata.

In effetti ancora oggi non esiste una spiegazione univoca relativa alle cause di questo Disturbo Specifico dell'Apprendimento (DSA).

Nel tempo si sono susseguite diverse teorie ed in particolare in questo articolo ti parlo di:

Le Cause Ambientali

In uno studio pubblicato su Psychological Science, gli scienziati hanno tentato di mettere in relazione il grado di istruzione genitoriale con la dislessia.

Gli psicologi Friend, Olson e DeFries dell’Università di Boulder (Colorado) hanno eseguito l'indagine su 445 coppie di gemelli, omozigoti ed eterozigoti, in cui almeno uno dei due fratelli fosse dislessico.

Per ciascuna coppia gli autori hanno contemporaneamente indagato anche il livello di istruzione dei genitori.

Ecco i risultati di questo studio:

  1. Nelle coppie in cui l’istruzione dei genitori è più elevata la dislessia dei figli è principalmente dovuta a cause di tipo genetico;
  2. Nelle coppie i cui genitori presentano una istruzione di grado inferiore, la dislessia sarebbe principalmente dovuta a cause di tipo ambientale (e avrebbe minor peso la componente genetica - anche se quest'ultima resta comunque presente).

Cause Genetiche

Recentemente è apparso un articolo sulla prestigiosa rivista scientifica Journal of Medical Genetics: un gruppo di ricercatori dell’Istituto Scientifico “Eugenio Medea – La Nostra Famiglia” di Bosisio Parini e della facoltà di Psicologia dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, guidati dalla Dr.ssa Cecilia Marino dell’IRCCS Medea, hanno ipotizzato, studiando 121 famiglie di bambini italiani con dislessia, l’origine genetica della malattia.

Lo studio ha confermato un dato suggerito da un gruppo di ricerca anglosassone, che aveva individuato in bambini americani il coinvolgimento del cromosoma 15 nella dislessia. Pare infatti che quest’area del genoma risulta in grado di influenzare la suscettibilità alla dislessia indipendentemente dalle caratteristiche culturali dei diversi Paesi in cui un bambino può trovarsi a vivere.

Pertanto, indipendentemente dal grado di difficoltà grammaticali e dalle regole di lettura della lingua a cui un bambino viene esposto, l’area cromosomica indagata dagli studiosi sembra essere tra i "colpevoli" del disturbo. Inoltre gli studi condotti negli ultimi anni su famiglie di dislessici hanno dimostrato che, per un bambino con un genitore o un parente stretto con problemi di lettura, c’è una notevole probabilità di avere a sua volta problemi nell’imparare a leggere.

Come funziona il cervello di un Dislessico

Gli studi presentati sembrano in contraddizione e questo dimostra che ancora oggi non è ancora chiaro perché viene la dislessia e, probabilmente, in ambito medico ci sono  ancora molte cose da definire e comprendere.

Sicuramente quello che mettono in evidenza alcuni studi che si avvalgono di scansioni cerebrali è che alla base della dislessia c'è un diverso funzionamento del cervello,  poiché le immagini mostrano che quando le persone dislessiche tentano di elaborare le informazioni, il loro cervello funziona in modo diverso da quelli senza dislessia.

È la prova definitiva che essere dislessici non ha nulla a che fare con l’essere intelligenti: si stima che il 2,94% della popolazione sia dislessica (Dati Miur) e che alcuni di loro non lo sappiano neppure.

Molti infatti hanno compensato le difficoltà nel leggere e nello scrivere con i doni che comporta l’essere dislessici:

  • Immaginazione
  • Velocità di pensiero
  • Pensiero intuitivo superiore alla media
  • Intelligenza superiore alla media
  • Creatività

Ora che hai questa conoscenza non puoi più pensare alla dislessia come ad una malattia o ad un problema, puoi pensarlo come uno strumento all’avanguardia, senza manuale di istruzioni.

Ti faccio un esempio, per spiegarmi meglio.

Immagina che ti venga regalato un apparecchio elettronico, uno di questi aggeggi di ultima generazione e che ti dicono che è il migliore sulla piazza.

Ringrazi di cuore e dentro di te pensi: “A cosa serve? E soprattutto, come funziona?”. Quel regalo magnifico in quel preciso istante si è trasformato in un problema.

La persona dislessica è stata dotata della stessa cosa: un potenziale enorme, spesso molto più grande delle persone comuni, ma senza il libretto delle istruzioni per sfruttarlo.

Purtroppo infatti il metodo di “acquisizione delle informazioni” per un dislessico è totalmente diverso da quello che viene insegnato tradizionalmente a scuola e questo rappresenta la vera causa per la quale la dislessia viene considerata un problema invece che un vero e proprio dono.