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Mappe e dislessia: ecco cosa funziona e cosa no

Jul 07, 2020

Molti educatori (più o meno esperti) parlano di mappe per la dislessia, cioè di uno strumento che può aiutare i ragazzi dislessici o con altri DSA a studiare e memorizzare.

Una mappa è una rappresentazione grafica di concetti, e su questo siamo tutti d’accordo. Ma non tutti gli schemi o mappe rappresentano un aiuto efficace per i dislessici. 

Lo strumento che risulta più indicato per i ragazzi dislessici è la mappa mentale o mind map ideata dallo studioso Tony Buzan.

Ma cos'è una mappa mentale? È diversa dalla mappa concettuale? Cosa funziona meglio per i dislessici? Te lo spiego subito, punto per punto.

Cos’è una mappa mentale

La mappa mentale è una rappresentazione grafica di informazioni e pensieri secondo un preciso metodo. I concetti sono disposti in forma radiale: c’è un nucleo centrale che indica l’argomento principale e dal centro si sviluppano i rami che indicano i sotto-temi.

La mappa mentale non è uno schema rigido come un diagramma di flusso o una mappa concettuale.

Perché sia efficace, è necessario che chi la realizza si senta libero di usare colori, immagini, disegni, parole chiave e simboli che richiamano alla memoria istantaneamente i concetti sintetizzati.

Sai perché le mappe mentali sono tanto potenti? Perché rappresentano il pensiero in maniera radiale, proprio come si forma nella nostra mente

Infatti, la struttura della mappa mentale richiama la conformazione di un neurone, con tanti rami interconnessi che si sviluppano a raggiera a partire da un nucleo in comune.

 


Raffigurazione di un neurone - Fonte: needpix.com

Mappe e dislessia: ecco perché funziona

Come mai questo tipo di mappe è un aiuto per la dislessia? Perché i dislessici pensano per immagini, in maniera radiale o multidimensionale. 

Questa è una condizione privilegiata: i più grandi visionari della storia avevano la spiccata capacità di formare rappresentazioni mentali e associazioni di idee che, di fatto, mettono in moto la creatività.

Tutti noi abbiamo la capacità di pensare in maniera radiale, ma resta in buona parte sottosviluppata, perché a scuola ci viene insegnato a pensare in maniera lineare e sequenziale.

Ecco, il pensiero lineare è quanto di più lontano dalla potente mente dei dislessici. Per questo motivo la mappa mentale per i dislessici rappresenta l’unico tipo di “schema” valido ed efficace per sintetizzare informazioni e memorizzare. 

Il ruolo della mappa per i dislessici è quello di organizzare le idee e fissare i concetti chiave per richiamare alla memoria informazioni articolate.

In realtà le mappe mentali sono uno strumento prodigioso per tutti, non solo per la dislessia e DSA. Infatti, lo studioso Tony Buzan ha creato la tecnica del mind mapping durante degli esperimenti sulla memoria.

Devi sapere che la memoria non è un processo unitario: le informazioni che raccogliamo vengono dislocate in “cassetti” diversi del cervello. Richiamare alla mente un dato o un ricordo può essere un’impresa per tutti noi e per chi è dislessico, può essere ancora più faticoso. Una ragione in più per ricorrere a uno strumento intuitivo e flessibile come la mappa mentale. 

Riassumendo, la mappa mentale è un valido aiuto per la dislessia perché:

Differenze tra mappa mentale e mappa concettuale

La mappa mentale è molto diversa dalla mappa concettuale. 

La mappa concettuale ha un’impostazione gerarchica e rigida: le parole chiave vengono rappresentate in maniera omogenea, racchiuse in forme geometriche che somigliano a delle etichette, i concetti sono collegati con linee rette o rami estremamente regolari. 


Come si costruisce una mappa concettuale
- DysWay Metodo

A prima vista, la mappa concettuale appare sicuramente più ordinata, ma per un dislessico risulta difficile da interpretare. Ordine non equivale per forza a memorizzazione!

Infatti la mente ha bisogno di distinguere a colpo d’occhio informazioni e nessi logici.

La mappa mentale si differenzia per le aree tematiche con colori e immagini di lettura immediata

Anche le linee hanno un ruolo fondamentale: i rami sono curvilinei perché questa forma stimola la creatività nella creazione e accompagna lo sguardo nella lettura della mappa.

La mappa mentale non impone regole gerarchiche. Al contrario, si basa sull’utilizzo di un metodo di rappresentazione personale: la mappa deve essere funzionale per chi la usa.  

Per questi (e molti altri) motivi, la mappa mentale funziona molto meglio degli altri sistemi come mappa concettuale, diagramma di flusso, schemi, diagrammi a blocchi.  

Come costruire una mappa mentale

Puoi realizzare una mappa mentale a mano oppure con dei software anche gratuiti online. Ma se l’obiettivo è quello di fare una mappa per facilitare l’apprendimento in condizioni di dislessia, allora è meglio procedere con carta e matita.

Per costruire una mappa mentale serve un foglio bianco, preferibilmente senza quadretti né righe. Si mette in senso orizzontale per avere più spazio a disposizione. 

Ecco come si fa una mappa mentale.

  1. Prendi un foglio, una matita e dei colori.
  2. Metti il foglio in orizzontale
  3. Utilizza le parole chiave (non frasi) 

Al centro del foglio, scrivi o disegna l’argomento principale.

 

Poi, inserisci le varie diramazioni del tema, disponendole in senso orario a partire dal margine superiore destro del foglio. 

 

Queste diramazioni primarie possono svilupparsi in altrettante diramazioni secondarie, andando a ricreare così un quadro completo dell’argomento.

Il senso di percorrenza utilizzato è il senso orario.

Perciò, nella parte sinistra del foglio, si partirà dal basso, completando tutti i rami e proseguendo verso la parte alta del foglio.

 

 



Una mappa mentale realizzata da uno studente della scuola primaria

 

A ognuno la sua mappa!

È importante ribadire il concetto di personalizzazione: la mappa mentale deve riflettere il pensiero individuale, un metodo di organizzazione personale e una visione autonoma dei concetti.

Se i colori sono una soluzione valida per differenziare i concetti, allora via libera ai colori. Se le immagini non sono mai abbastanza, allora anche i rami possono diventare delle vere e proprie rappresentazioni grafiche, come nella mappa che trovi qua sotto.

La mappa mentale è uno strumento privato per lo studio: ogni studente deve trovare il suo metodo di rappresentazione delle informazioni. 

 

Mappe, dislessia e metodo di studio: la risposta di DysWay

Se l'argomento mappe e dislessia ti interessa da vicino, probabilmente vorrai sapere di più sui metodi di lettura e studio efficaci per dislessici. È un argomento, questo, che mi tocca in prima persona perché sono dislessica anche io.

Con il tempo e tanti sforzi sono riuscita a creare un metodo che ha funzionato per me e per tanti altri dislessici in tutta Italia.

Con DysWay, insegniamo un metodo di lettura e studio al fine di rendere gli studenti dislessici autonomi nell’apprendimento

Le mappe mentali sono uno strumento straordinario, ma senza un metodo specifico per dislessici, non è possibile diventare autonomi e indipendenti nello studio.

Se vuoi saperne di più, trovi tutte le informazioni qui: https://www.dysway.it/metodo

 

 

Foto copertina: una mappa mentale realizzata da un allievo di DysWay (scuola primaria)