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Dislessia e intelligenza: cosa significa essere intelligente?

Dec 19, 2018

Secondo la vecchia concezione più “comune”, l’intelligenza delle persone è un fattore unitario misurabile tramite test che verificano il Quoziente di Intelligenza (Q.I.). È noto che in questo senso dislessia e intelligenza vanno di pari passo, perché il Q.I. dei bambini dislessici non solo è perfettamente nella norma, anzi, nella maggioranza dei casi il Q.I. dei dislessici è nettamente superiore! Allora perché questi alunni incontrano così tante difficoltà nel mondo della scuola? Nell'articolo proviamo a rispondere a questa domanda.

Howard Gardner, professore presso la Harvard University nel Massachusetts, ha teorizzato un modello diverso, dove l’intelligenza è articolata in sottofattori differenziati.

Cosa significa nel dettaglio?
Secondo Howard, che ha iniziato le sue ricerche negli anni ‘80 e le conduce ancora oggi, gli individui non sono mai dotati solamente di una “sola” intelligenza. Piuttosto le persone posseggono “diversi tipi di intelligenza”, che miscelano in vari modi per ricoprire un ruolo o per eseguire un compito.

Secondo Gardner queste intelligenze sono almeno sette e, se ciascuno è cosciente delle proprie intelligenze più forti e di quelle più deboli, può usare le più forti per sviluppare o compensare quelle più deboli, creando una miscela unica ed efficace.

Le 7 intelligenze di Gardner

Vediamo ora le 7 intelligenze individuate nel modello delle intelligenze multiple:

  • Intelligenza Linguistica

Permette agli individui di “interpretare il mondo” e di pensarlo e comunicarlo attraverso le parole ed il linguaggio. È il tipo di competenza che viene stimolata a scuola con il metodo tradizionale per insegnare a leggere agli alunni.

  • Intelligenza Logico-matematica

Chi è dotato di questo tipo di intelligenza non ha difficoltà nel pensare attraverso i numeri e di riflettere sulle loro relazioni, facendo ragionamenti molto lunghi e riuscendo a ricordare i diversi passaggi di cui si compongono.

  • Intelligenza Musicale

Questa intelligenza è caratterizzata dalla spiccata capacità a riconoscere, ricostruire e comporre brani musicali sulla base del tono, del ritmo e del timbro, tale abilità è collocata nell’emisfero destro del cervello ed è separata dal talento linguistico.

  • Intelligenza Visuo-spaziale

Gli individui che sviluppano questa caratteristica pensano attraverso immagini visive e fanno elaborazioni su di esse, prediligendo le arti visive, senza alcuna difficoltà nel visualizzare oggetti da angoli e prospettive diverse. Pensare con l’intelligenza spaziale significa pensare per immagini e disegni e avere quella che spesso viene definita una memoria visiva: ad esempio un testo o una parola vengono ricordati per la loro collocazione nella pagina del libro.

  • Intelligenza Corporeo-cinestetica

Chi privilegia tale intelligenza deve fare esperienza, deve agire e ricorda prevalentemente quello che viene fatto. Chi è dotato di questa caratteristica, inoltre, ha un’elevata sensibilità tattile e ha coordinazione e armonia motoria.

  • Intelligenza Interpersonale

È quello che comunemente si definisce l’abilità nel costruire relazioni con gli altri. Queste persone sono spesso mediatori nelle dispute, sanno comprendere gli altri, sono molto bravi nel socializzare ed interagire.

  • Intelligenza Intrapersonale

Questa caratteristica è sviluppata in chi riflette sui propri sentimenti, umori e stati mentali e implica la capacità di classificare e suddividere i propri sentimenti. Queste persone hanno un senso di sé profondo che induce alla meditazione solitaria.

A queste sette intelligenze, nel corso degli anni di studio, Gardner ha aggiunto altre due forme importanti che sono: Intelligenza Naturalistica, che significa pensare alla natura e al mondo che ci circonda e l’Intelligenza Esistenziale, cioè pensare alle questioni etiche ed esistenziali.

Le ripercussioni della teoria...sulla scuola

La teoria delle intelligenze multiple non è stata accettata in toto all’interno del mondo accademico e sono in corso ancora molte discussioni su di essa, anche se tuttavia ha avuto moltissimi riscontri positivi in ambito educativo e scolastico. Infatti la predisposizione dell’individuo ad una o più di queste intelligenze costituisce un’indicazione sul modo specifico e privilegiato di apprendimento di ciascuno.

Ad esempio è possibile che uno studente abbia una intelligenza Visuo-spaziale molto sviluppata, magari a discapito del fattore verbale-linguistico: avere questa informazione importante da parte della scuola e degli insegnanti è fondamentale, perché costituisce una vera e propria guida alla formazione e al metodo (e una garanzia di successo per lo studente e per il sistema).

Purtroppo oggi, nella scuola italiana, viene adottato preminentemente un metodo che valorizza le forme di intelligenza logico-matematica e linguistica. Il risultato è che vengono considerati “alunni migliori” coloro che sono dotati di ragionamento logico e di abilità linguistiche a discapito di coloro che possiedono forme di intelligenza diverse, ma non meno importanti delle altre.

Partire dalla consapevolezza che esiste più di un tipo di intelligenza e, di conseguenza, cercare attività didattiche ed esercizi che variano spesso e che abbracciano tutte le “intelligenze” degli studenti costituirebbe un vantaggio per gli studenti e per tutto il sistema scolastico, senza necessariamente obbligare l’insegnante a conoscere l’esatta forma di intelligenza di ogni singolo individuo.

In questo modo l’attività in classe coinvolgerà pienamente le intelligenze più sviluppate di ciascun alunno. Questo vale ancora di più con i disturbi specifici dell’apprendimento, come la dislessia! Dare la possibilità ad un ragazzo dislessico di pensare per immagini invece che per parole, cambierebbe drasticamente il rendimento e la vita di tanti alunni e semplificherebbe di molto la vita dell’intera classe e dell’insegnante!

Inoltre la teoria di Gardner avvalora l’ipotesi che la dislessia non è assolutamente una malattia, che i dislessici hanno un QI (anche secondo la definizione tramite test) assolutamente nella norma o superiore e che tutti i disturbi specifici dell’apprendimento sono delle caratteristiche che semplicemente influenzano solo la modalità di apprendimento e non hanno niente a che vedere con l’intelligenza dell’individuo.

 


 

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